domenica 14 dicembre 2008
giovedì 11 dicembre 2008
martedì 2 dicembre 2008
domenica 30 novembre 2008
sabato 29 novembre 2008
venerdì 28 novembre 2008
giovedì 27 novembre 2008
mercoledì 26 novembre 2008
mercoledì 8 ottobre 2008
lunedì 29 settembre 2008
giovedì 25 settembre 2008
mercoledì 10 settembre 2008
Improvvisazione e ascolto
Improvvisazione
Il tango è un ballo totalmente libero, privo di coreografie predefinite. Mentre le altre danze si fondano su una figura di base da ripetere alternandola a qualche occasionale variante, il tango è del tutto privo di schemi ripetitivi.
La salida basica è solo una combinazione di passi che si utilizza per imparare a ballare (cioè a ... non ripeterla), mentre le figure classiche (ocho adelante, ocho atràs, mordida, medialuna, ecc) vengono continuamente assemblate, sospese, frammentate e ricombinate, in una unica caleidoscopica figura che non si ripeterà mai uguale.
Le coppie non procedono mai in modo fra loro coerente: ognuna segue di volta in volta direzioni diverse (e la necessità di evitare le collisioni impone ulteriormente di decidere istante per istante il passo da eseguire), anche se viene complessivamente mantenuta una lenta rotazione in senso antiorario.
L'ascolto
Il tema è l’ascolto che, se sottile, permette una relazione di qualità. Ma ascolto di che? Dell’altro, nella sua complessità, in stasi e in dinamica. La prima forma di ascolto tra ballerino e ballerina nasce attraverso il contatto, spesso tattile: da qui l’esigenza di un’attenta coscienza corporea. Ma prima di riferirci al contatto tra i corpi dei ballerini, la prima, e fondamentale, modalità di contatto nasce proprio dal suolo, la madre terra che può sostenere e nutrire i movimenti della nostra danza.
Quindi: se lavoro sulla qualità del contatto con il suolo, e sulla gestione autonoma dei miei movimenti, insieme alla qualità della relazione con il partner, la mia danza sarà più vera e onesta. E con onesto intendo solo dire più corrispondente alla propria modalità relazionale, che è l’anima e la ricchezza del dialogo tanguero. Perché di dialogo si tratta e non di monologo.
E quindi, rischiando le ire funeste dell’ortodossia tanghera, contesto il luogo comune che nel tango l’uomo guida, comanda e la donna passivamente segue. E lo contesto perché lascia trasparire una non volontà di ascolto, primo e fondamentale requisito nella comunicazione. Si tratta più sottilmente di proposte, inviti a cui la ballerina risponde in modo personale spesso per tempi e modi, talvolta anche creativamente con una controproposta. L’uomo e la donna possono incontrarsi, conoscersi nei pochi minuti di un brano…se lo desiderano.
Se non sono troppo presi dal “fare”, dal ripetere sequenze faticosamente memorizzate o dal dimostrare di conoscere e ricordare tante mirabolanti figure.
Basta essere disponibili ad ascoltare……e a mettersi in gioco.
Il tango è un ballo totalmente libero, privo di coreografie predefinite. Mentre le altre danze si fondano su una figura di base da ripetere alternandola a qualche occasionale variante, il tango è del tutto privo di schemi ripetitivi.
La salida basica è solo una combinazione di passi che si utilizza per imparare a ballare (cioè a ... non ripeterla), mentre le figure classiche (ocho adelante, ocho atràs, mordida, medialuna, ecc) vengono continuamente assemblate, sospese, frammentate e ricombinate, in una unica caleidoscopica figura che non si ripeterà mai uguale.
Le coppie non procedono mai in modo fra loro coerente: ognuna segue di volta in volta direzioni diverse (e la necessità di evitare le collisioni impone ulteriormente di decidere istante per istante il passo da eseguire), anche se viene complessivamente mantenuta una lenta rotazione in senso antiorario.
L'ascolto
Il tema è l’ascolto che, se sottile, permette una relazione di qualità. Ma ascolto di che? Dell’altro, nella sua complessità, in stasi e in dinamica. La prima forma di ascolto tra ballerino e ballerina nasce attraverso il contatto, spesso tattile: da qui l’esigenza di un’attenta coscienza corporea. Ma prima di riferirci al contatto tra i corpi dei ballerini, la prima, e fondamentale, modalità di contatto nasce proprio dal suolo, la madre terra che può sostenere e nutrire i movimenti della nostra danza.
Quindi: se lavoro sulla qualità del contatto con il suolo, e sulla gestione autonoma dei miei movimenti, insieme alla qualità della relazione con il partner, la mia danza sarà più vera e onesta. E con onesto intendo solo dire più corrispondente alla propria modalità relazionale, che è l’anima e la ricchezza del dialogo tanguero. Perché di dialogo si tratta e non di monologo.
E quindi, rischiando le ire funeste dell’ortodossia tanghera, contesto il luogo comune che nel tango l’uomo guida, comanda e la donna passivamente segue. E lo contesto perché lascia trasparire una non volontà di ascolto, primo e fondamentale requisito nella comunicazione. Si tratta più sottilmente di proposte, inviti a cui la ballerina risponde in modo personale spesso per tempi e modi, talvolta anche creativamente con una controproposta. L’uomo e la donna possono incontrarsi, conoscersi nei pochi minuti di un brano…se lo desiderano.
Se non sono troppo presi dal “fare”, dal ripetere sequenze faticosamente memorizzate o dal dimostrare di conoscere e ricordare tante mirabolanti figure.
Basta essere disponibili ad ascoltare……e a mettersi in gioco.
venerdì 22 agosto 2008
lunedì 18 agosto 2008
"Il tango del sole a scacchi"
Dal film "Chicago"
coreografia di Rosalba Mazzotta
scuola di danza "Lo specchio"
cago)
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video
venerdì 25 luglio 2008
mercoledì 9 luglio 2008
martedì 8 luglio 2008
Cos'è il tango?
è un ballo, una musica, una passione
è una moda, una distrazione, uno sfogo, un’illusione.
Il Tango è la sublimazione di tutto ciò che avremmo voluto e che non abbiamo avuto
è la proiezione di un desiderio struggente, la speranza che domani sia migliore
è il bisogno di essere rapiti e di tornare a sognare.
Il Tango è la voglia di essere abbracciati come bambini impauriti che implorano amore
è la fame di non essere soli, di non restare nel buio di esistenze banali
è la catarsi di un dolore mai sopito.
Il Tango è due occhi adulti sgranati per la meraviglia, la sorpresa, la rivelazione
è l’incontro con lo Spirito inquieto
è ballare con la Vita mentre la Morte resta a guardare.
Il Tango è balsamo d’anima sulle cicatrici della passione
è una coperta calda che diventa rifugio negli inverni del cuore
è un velo sugli occhi che ripara dai lampi della realtà.
Il Tango è una verità possibile nell’impossibilità dell’esistenza umana
è un’intuizione, una fede, un’ossessione
è la mano che non ci lascia cadere nel vuoto.
Il Tango siamo Noi, piccoli figli di questo creato
fragili, potenti, vigliacchi, eroi
alla continua ricerca di Noi stessi tra le note di una canzone.
è una moda, una distrazione, uno sfogo, un’illusione.
Il Tango è la sublimazione di tutto ciò che avremmo voluto e che non abbiamo avuto
è la proiezione di un desiderio struggente, la speranza che domani sia migliore
è il bisogno di essere rapiti e di tornare a sognare.
Il Tango è la voglia di essere abbracciati come bambini impauriti che implorano amore
è la fame di non essere soli, di non restare nel buio di esistenze banali
è la catarsi di un dolore mai sopito.
Il Tango è due occhi adulti sgranati per la meraviglia, la sorpresa, la rivelazione
è l’incontro con lo Spirito inquieto
è ballare con la Vita mentre la Morte resta a guardare.
Il Tango è balsamo d’anima sulle cicatrici della passione
è una coperta calda che diventa rifugio negli inverni del cuore
è un velo sugli occhi che ripara dai lampi della realtà.
Il Tango è una verità possibile nell’impossibilità dell’esistenza umana
è un’intuizione, una fede, un’ossessione
è la mano che non ci lascia cadere nel vuoto.
Il Tango siamo Noi, piccoli figli di questo creato
fragili, potenti, vigliacchi, eroi
alla continua ricerca di Noi stessi tra le note di una canzone.
Il valore di un sorriso
Donare un sorriso
Rende felice il cuore.
Arricchisce chi lo riceve
Senza impoverire chi lo dona.
Non dura che un istante,
Ma il suo ricordo rimane a lungo.
Nessuno è così ricco
Da poterne fare a meno
Né così povero da non poterlo donare.
Il sorriso crea gioia in famiglia,
Da sostegno nel lavoro
Ed segno tangibile di amicizia.
Un sorriso dona sollievo a chi è stanco,
Rinnova il coraggio nelle prove,
E nella tristezza è medicina.
E poi se incontri chi non te lo offre,
Sii generoso e porgigli il tuo:
Nessuno ha tanto bisogno di un sorriso
Come colui che non sa darlo.
(P. Faber)
Rende felice il cuore.
Arricchisce chi lo riceve
Senza impoverire chi lo dona.
Non dura che un istante,
Ma il suo ricordo rimane a lungo.
Nessuno è così ricco
Da poterne fare a meno
Né così povero da non poterlo donare.
Il sorriso crea gioia in famiglia,
Da sostegno nel lavoro
Ed segno tangibile di amicizia.
Un sorriso dona sollievo a chi è stanco,
Rinnova il coraggio nelle prove,
E nella tristezza è medicina.
E poi se incontri chi non te lo offre,
Sii generoso e porgigli il tuo:
Nessuno ha tanto bisogno di un sorriso
Come colui che non sa darlo.
(P. Faber)
sabato 29 marzo 2008
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