lunedì 10 dicembre 2018

Il cuore nei piedi di Maurizio Mazzotta

Le riflessioni degli autori partono dal considerare i risultati di un'indagine semiseria sul "perché piace il tango" condotta con e tra gli amici tangueri. Intanto ci si interroga pure sui differenti modi di ballare, sul perché delle coppie fisse, sul tango quando diventa un'ossessione.


mercoledì 5 dicembre 2018

L'OPINIONE DI CANARO SUL TANGO NUEVO

L'OPINIONE DI CANARO SUL TANGO NUEVO
(ascoltare qui:)
http://radiocrossovertango.blogspot.com/2018/…/Nov2018.html…
"Che cosa vogliono questi innovatori arrivati ora, freschi freschi?
Si dimenticano, forse, che il tango si è imposto così com'è - e come deve essere - senza bisogno di modifiche al suo gusto o di fioriture tecniche? Ignorano forse che il tango è un'espressione legittima che scaturisce dal cuore stesso dell'anima popolare e per questo motivo le sue note, la sua cadenza e i suoi accordi interpretano la vibrazione più autentica del suo sentimento?
È ignobile che musicisti della nuova sensibilità pretendano di proporre nel tango un neologismo musicale, quando il ritmo delle sue sonorità è così profondamente radicato nel cuore della gente, che ascolta con piacere, applaude, canta e balla. E' altrettanto ignobile che ora essi guardino con un certo disprezzo quegli umili paladini di tango, che gli innovatori chiamano analfabeti musicali (o suonatori a orecchio), mentre aspirano a vestire un diverso piumaggio.
Gli illustri musicisti che hanno ispirazione ed erudizione musicale, che la dedichino a più elevate manifestazioni nell'incommensurabile campo della musica, e lascino in pace il tango, che è nato per la gente, che è del popolo e che ha nel popolo il suo difensore più fedele."
Questo sfogo di Francisco Canaro compare nell'ultimo capitolo della sua autobiografia "Mis bodas de oro con el tango" scritta nel 1956.
Quello riportato qui sopra è un breve estratto; potete ascoltare all'indirizzo che segue l'intera dissertazione di Canaro in cui illustra pienamente il suo punto di vista sulle avanguardie musicali del tango.
Con chi ce l'aveva esattamente Canaro?
In realtà nel 1956 più di un musicista si era già cimentato in interpretazioni del tango al passo coi tempi, e naturalmente "pirincho" si guarda bene dal fare nomi.
Anzi dopo aver lanciato il sasso - come nel suo stile - Canaro nasconde platealmente la mano... 
L'opinione dello studioso José María Otero, che abbiamo consultato al riguardo (e che ringraziamo per la sua opinione) è che il vero obiettivo delle rimostranze di Canaro fosse proprio il più scandaloso rivoluzionario del tango di quei tempi: "el gato" Astor Piazzolla.

lunedì 3 dicembre 2018

El silencio


" El secreto del baile est· en ese instante de improvisaciòn que se da entre paso y paso.

Es hacer posible lo imposible: bailar el silencio "

Carlos Gavito



sabato 1 dicembre 2018

El tango es sueño - di Maurizio Mazzotta

Un uomo e una milonga, dunque un tanghero.Ma un tanguero ossessionato: il tango lo perseguita nel sonno con incubi di ballerine che lo rifiutano, C'è un motivo. Qualcosa gli manca. E quando scopre cosa gli manca, trova una strana soluzione....


sabato 15 settembre 2018

"PERDIZIONE" di Maurizio Mazzotta

Edizione integrale del corto "PERDIZIONE" di Maurizio Mazzotta (http://www.mauriziomazzotta.it/), divertente parodia sul tango e le sue implicazioni.



Chi ha una mania la porta sempre con sé e riconosce chi la condivide. A volte l'incontro tra queste due persone porta alla ......PERDIZIONE

•2006 - Premio “ Migliore idea comica” all’Arzanohumorciak, Festival di Arzano; Finalista a “ La 25 ora – Il cinema espanso“ Festival della rete TV LA7.
•2007 - finalista a La Cittadella del corto ( Trevignano ); selezionato a 90 minuti ( Fonte Nuova ); Nuartfest ( Lecce );  Corti e Liberi (Inveruno). Premio del pubblico “ Migliore autore “ al Festival del Cinema Invisibile. Finalista a il Corto.it (Roma).
•2008 -premio Corea miglior film nella sezione Danza e Musica SalentoFilmFestival (S.Vito dei Normanni)
2009 - per Perdizione è stato offerto all’autore uno spazio su IMDb ( International Movie Database ) 
2011- il film è stato inserito fuori concorso al Berlinale - International FilmFestspiele Berlin -

Siti che fanno rierimento a "Perdizione":
http://www.inkafilm.ru/view/?film_id=254&lang=en
http://www.arzanohumorciak.com/corti_2006/perdizione.html
http://www.imdb.com/name/nm3303987/
http://tangheri.blogspot.com/2007/04/perdizione.html
http://www.youtube.com/watch?v=-629zssP21Y
https://youtu.be/JBWeyFML2Xc

mercoledì 12 settembre 2018

domenica 2 settembre 2018

Ci sono le Donne

E poi ci sono le Donne Donne. E quelle non devi provare a capirle, sarebbe una battaglia persa in partenza. 
Le devi prendere e basta. 
Devi prenderle e baciarle, e non dare loro il tempo di pensare. Devi spazzare via, con un abbraccio che toglie il fiato, quelle paure che ti sapranno confidare una volta sola, una soltanto, a bassa, bassissima voce. 
Perchè si vergognano delle proprie debolezze e, dopo avertele raccontate, si tormenteranno - in un'agonia lenta e silenziosa - al pensiero che, scoprendo il fianco, e mostrandosi umane e fragili e bisognose per un piccolo attimo, vedranno le tue spalle voltarsi ed tuoi passi allontanarsi. 
Perciò prendile e amale. Amale vestite, che a spogliarsi son brave tutte. 
Amale indifese e senza trucco, perchè non sai quanto gli occhi di una donna possano trovare scudo dietro un velo di mascara. 
Amale addormentate, un pò ammaccate quando il sonno le stropiccia. Amale sapendo che non ne hanno bisogno: sanno bastare a sè stesse. 
Ma, appunto per questo, sapranno amare te come nessuna prima di loro.

-Alda Merini

domenica 19 agosto 2018

Caffeina


A vent'anni mi arrabbiavo. 
A trenta mi innervosivo. 
A quaranta mi chiedevo "perché" e ne soffrivo. 
A cinquanta dico"Fate quello che vi pare" e sorrido.
Non è egoismo, è sopravvivere.
Strada facendo anche la rabbia si attenua. Capisci che non serve, farebbe solo cadere nuvole di grigio sulla vita.
E io voglio il sole.


Aria di rinnovamento


sabato 17 febbraio 2018

Diventa una farfalla

testo di Leticia Lucero
"Il mio ballerino si lamenta perchè mi appoggio!"; "Il mio perché metto il braccio troppo in basso e si sente legato"; "Come faccio a tenere il tempo se la maggior parte dei ballerini sono sordi?"; "Tu ci mostri tanti abbellimenti, ma noi non possiamo metterli in pratica perchè i ballerini non ci lasciano spazio";...
Le mie ragazze - così chiamo le allieve delle mie lezioni di tecnica - mi pongono queste lamentele in ogni lezione e io devo conciliare due posizioni che all'apparenza sembrano agli antipodi ma che, a ben guardare, sono due facce della stessa medaglia: se il ballerino e la ballerina non raggiungono un buon livello tecnico e di ascolto della musica è difficile che inizi per loro il momento del godimento nel tango. 
Se il ballerino non ha la sicurezza assoluta di come deve essere la sua marcaciòn e non ha idea di come si segue il tempo e di come si interpreta il tango che sta ballando tenendo in conto anche della ballerina, lei si annoierà o peggio soffrirà: perchè in tanti anni di insegnamento ho capito che la maggior frustrazione per una ballerina di tango è che, al contrario dell'uomo, pensa di non poter esprimere completamente - o per nulla - la propria anima. 
Perchè è di questo che stiamo parlando: ballare tango non può essere una ginnastica o una mostra di figure, è la traduzione in movimento di ciò che la musica, il compagno, il momento, lo stato d'animo ci stanno suggerendo. Per questo io insisto tanto sugli abbellimenti, che non devono essere presi come una moda ora molto diffusa, ma sono per me lo strumento che le donne hanno per esprimersi all'interno e nel rispetto della marcaciòn del ballerino. E' il momento della libertà creativa della ballerina: e allora perché non approfittarne?
Qui veniamo all'altra faccia della medaglia: se la ballerina non ha ben solide le basi tecniche del suo ballo è quasi impossibile che possa passare alla fase dell'espressione di sé. Perché per arrivare all'abbellimento, prima dobbiamo aver imparato a stare in equilibrio da sole senza appoggiarci al compagno, a stare diritte con una buona postura per apparire eleganti anche quando stiamo ferme, a seguire perfettamente ogni segnale che il nostro ballerino ci dà, a fare quella cosa difficile che è poi il tango stesso: camminare con l'uomo senza mai perdere il contatto con il suo petto ma leggere come farfalle...
Nella mia formazione ho seguito lezioni di tecnica con diverse maestre a Buenos Aires; da ognuna di loro ho avuto informazioni fondamentali che ho poi sintetizzato per la mia crescita come ballerina e poi come insegnante a mia volta. L'apprendimento della tecnica si basa sulla ripetizione in ogni lezione dei movimenti di base - le camminate, gli ochos, i giri, i boleos - eseguiti da sole nello spazio. Ad un occhio superficiale la ripetizione settimanale degli esercizi può sembrare noiosa, ma solo così si educa il corpo al movimento automatico, solo in questo modo le informazioni che al principio si accumulano nella testa ad un certo momento scendono di colpo al resto del corpo e ci consentono il superamento del gradino... e nell'apprendimento del tango i gradini da superare sono moltissimi, quasi infiniti.
All'inizio le ballerine, anche le già esperte, trovano grande difficoltà nel mantenere l'equilibrio da sole, senza appoggio alcuno, mentre interpongono abbellimenti tra un passo e l'altro della camminata, oppure mentre "pivotean" negli ochos. Ma io le incoraggio dicendo loro quello che sostengo da anni: quello che puoi fare bene da sola lo farai molto meglio con il ballerino. Perché molto meglio? perché liberate dallo sforzo di cercare il proprio equilibrio in ogni passo, ci restano tutto il tempo e lo spazio per rilassarci e godere della musica, del movimento, dell'abbraccio... Quando la ballerina è sicura della propria tecnica può sfruttare al meglio ogni momento di pausa del ballerino, può abbellimento in velocità - io dico sempre che è facile abbellire sulle figure statiche o sul tempo lento ma non è da tutte farlo in movimento e in velocità - ; ma ancora: la ballerina capace può dolcemente opporsi alla marcaciòn frenetica di alcuni ballerini (ahimé la maggioranza, sembra) e imporre per un attimo il proprio tempo: è un dialogo che deve instaurarsi nella coppia che balla tango.
Mi incanta quando qualcuna delle ragazze durante la lezione mi chiede se sta riproducendo bene un abbellimento che magari ha visto fare a qualche ballerina famosa in un video; perché ogni ballerina di tango deve cercare con curiosità la propria identità facendo suoi i movimenti e gli abbellimenti di altre e, perché no?, anche cercandone di nuovi ed originali.

Io non credo nelle accademie, non apprezzo le orde di ballerine che arrivate al momento di scavalcare il piede dell'uomo in parada fanno tutte in serie lo stesso unico abbellimento che la maestra ha mostrato durante la lezione. Credo che l'accademizzare il tango sia esattamente la sua lenta morte.
Immaginatevi se tutte le farfalle del mondo avessero lo stesso numero di
pois! 

venerdì 16 febbraio 2018

giovedì 15 febbraio 2018

Pablo Neruda

Voglio che tu sappia una cosa. Tu sai com'è questa cosa:
se guardo la luna di Cristallo, il ramo rosso del lento autunno alla mia finestra,
se tocco vicino al fuoco l'impalpabile cenere o il rugoso corpo della legna
tutto mi conduce a te, come se ciò che esiste, aromi, luce,
metalli, fossero piccole navi che vanno verso le tue isole che m'attendono.
Orbene, se a poco a poco cessi d'amarmi
cesserà d'amarti a poco a poco.
Se d'improvviso mi dimentichi, non cercarmi, che gi‡ ti avrò dimenticata.
Se consideri lungo e pazzo il vento di bandiere che passa per la mia vita e
ti decidi a lasciarmi sulla riva del cuore in cui ho le radici, pensa
che in quel giorno, in quell'ora
leverò in alto le braccia e le mie radici usciranno a cercare altra terra.
Ma se ogni giorno, ogni sera senti che a me sei destinata con dolcezza implacabile
se ogni giorno sale alle tue labbra un fiore a cercarmi
ahi, amore mio, ahi mia, in me tutto quel fuoco si ripete,
in me nulla si spegne né dimentica
il mio amore si nutre del tuo amore, amata, e finché tu vivrai star‡
tra le tue braccia senza uscire dalle mie.
-- Pablo Neruda (scheda)
da PensieriParole

sabato 20 gennaio 2018

Bevo - Erri De Luca

Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale,
cucina, albergo, radio, fonderia,
in mare, su un aereo, in autostrada,
a chi scavalca questa notte senza un saluto,
bevo alla luna prossima, alla ragazza incinta,
a chi fa una promessa, a chi l’ha mantenuta
a chi ha pagato il conto, a chi lo sta pagando,
a chi non è stato invitato in nessun posto,
allo straniero che impara l’italiano,
a chi studia musica, a chi sa ballare il tango,
a chi si è alzato per cedere il posto,
a chi non si può alzare, a chi arrossisce,
a chi legge Dickens, a chi piange al cinema,
a chi protegge i boschi, a chi spegne un incendio,
a chi ha perduto tutto e ricomincia,
all’astemio che fa uno sforzo di condivisione,
a chi è nessuno per la persona amata,
a chi subisce scherzi e per reazione un giorno sarà un eroe,
a chi scorda l’offesa, a chi sorride in fotografia,
a chi va a piedi, a chi sa andare scalzo,
a chi restituisce da quello che ha avuto,
a chi non capisce le barzellette,
all’ultimo insulto che sia l’ultimo,
ai pareggi, alle ics della schedina,
a chi fa un passo avanti e così disfa la riga,
a chi vuol farlo e poi non ce la fa,
infine bevo a chi ha diritto a un brindisi stasera
e tra questi non ha trovato il suo.


Erri De Luca

giovedì 4 gennaio 2018

martedì 2 gennaio 2018