sabato 17 febbraio 2018

Diventa una farfalla

testo di Leticia Lucero
"Il mio ballerino si lamenta perchè mi appoggio!"; "Il mio perché metto il braccio troppo in basso e si sente legato"; "Come faccio a tenere il tempo se la maggior parte dei ballerini sono sordi?"; "Tu ci mostri tanti abbellimenti, ma noi non possiamo metterli in pratica perchè i ballerini non ci lasciano spazio";...
Le mie ragazze - così chiamo le allieve delle mie lezioni di tecnica - mi pongono queste lamentele in ogni lezione e io devo conciliare due posizioni che all'apparenza sembrano agli antipodi ma che, a ben guardare, sono due facce della stessa medaglia: se il ballerino e la ballerina non raggiungono un buon livello tecnico e di ascolto della musica è difficile che inizi per loro il momento del godimento nel tango. 
Se il ballerino non ha la sicurezza assoluta di come deve essere la sua marcaciòn e non ha idea di come si segue il tempo e di come si interpreta il tango che sta ballando tenendo in conto anche della ballerina, lei si annoierà o peggio soffrirà: perchè in tanti anni di insegnamento ho capito che la maggior frustrazione per una ballerina di tango è che, al contrario dell'uomo, pensa di non poter esprimere completamente - o per nulla - la propria anima. 
Perchè è di questo che stiamo parlando: ballare tango non può essere una ginnastica o una mostra di figure, è la traduzione in movimento di ciò che la musica, il compagno, il momento, lo stato d'animo ci stanno suggerendo. Per questo io insisto tanto sugli abbellimenti, che non devono essere presi come una moda ora molto diffusa, ma sono per me lo strumento che le donne hanno per esprimersi all'interno e nel rispetto della marcaciòn del ballerino. E' il momento della libertà creativa della ballerina: e allora perché non approfittarne?
Qui veniamo all'altra faccia della medaglia: se la ballerina non ha ben solide le basi tecniche del suo ballo è quasi impossibile che possa passare alla fase dell'espressione di sé. Perché per arrivare all'abbellimento, prima dobbiamo aver imparato a stare in equilibrio da sole senza appoggiarci al compagno, a stare diritte con una buona postura per apparire eleganti anche quando stiamo ferme, a seguire perfettamente ogni segnale che il nostro ballerino ci dà, a fare quella cosa difficile che è poi il tango stesso: camminare con l'uomo senza mai perdere il contatto con il suo petto ma leggere come farfalle...
Nella mia formazione ho seguito lezioni di tecnica con diverse maestre a Buenos Aires; da ognuna di loro ho avuto informazioni fondamentali che ho poi sintetizzato per la mia crescita come ballerina e poi come insegnante a mia volta. L'apprendimento della tecnica si basa sulla ripetizione in ogni lezione dei movimenti di base - le camminate, gli ochos, i giri, i boleos - eseguiti da sole nello spazio. Ad un occhio superficiale la ripetizione settimanale degli esercizi può sembrare noiosa, ma solo così si educa il corpo al movimento automatico, solo in questo modo le informazioni che al principio si accumulano nella testa ad un certo momento scendono di colpo al resto del corpo e ci consentono il superamento del gradino... e nell'apprendimento del tango i gradini da superare sono moltissimi, quasi infiniti.
All'inizio le ballerine, anche le già esperte, trovano grande difficoltà nel mantenere l'equilibrio da sole, senza appoggio alcuno, mentre interpongono abbellimenti tra un passo e l'altro della camminata, oppure mentre "pivotean" negli ochos. Ma io le incoraggio dicendo loro quello che sostengo da anni: quello che puoi fare bene da sola lo farai molto meglio con il ballerino. Perché molto meglio? perché liberate dallo sforzo di cercare il proprio equilibrio in ogni passo, ci restano tutto il tempo e lo spazio per rilassarci e godere della musica, del movimento, dell'abbraccio... Quando la ballerina è sicura della propria tecnica può sfruttare al meglio ogni momento di pausa del ballerino, può abbellimento in velocità - io dico sempre che è facile abbellire sulle figure statiche o sul tempo lento ma non è da tutte farlo in movimento e in velocità - ; ma ancora: la ballerina capace può dolcemente opporsi alla marcaciòn frenetica di alcuni ballerini (ahimé la maggioranza, sembra) e imporre per un attimo il proprio tempo: è un dialogo che deve instaurarsi nella coppia che balla tango.
Mi incanta quando qualcuna delle ragazze durante la lezione mi chiede se sta riproducendo bene un abbellimento che magari ha visto fare a qualche ballerina famosa in un video; perché ogni ballerina di tango deve cercare con curiosità la propria identità facendo suoi i movimenti e gli abbellimenti di altre e, perché no?, anche cercandone di nuovi ed originali.

Io non credo nelle accademie, non apprezzo le orde di ballerine che arrivate al momento di scavalcare il piede dell'uomo in parada fanno tutte in serie lo stesso unico abbellimento che la maestra ha mostrato durante la lezione. Credo che l'accademizzare il tango sia esattamente la sua lenta morte.
Immaginatevi se tutte le farfalle del mondo avessero lo stesso numero di
pois! 

venerdì 16 febbraio 2018

giovedì 15 febbraio 2018

Pablo Neruda

Voglio che tu sappia una cosa. Tu sai com'è questa cosa:
se guardo la luna di Cristallo, il ramo rosso del lento autunno alla mia finestra,
se tocco vicino al fuoco l'impalpabile cenere o il rugoso corpo della legna
tutto mi conduce a te, come se ciò che esiste, aromi, luce,
metalli, fossero piccole navi che vanno verso le tue isole che m'attendono.
Orbene, se a poco a poco cessi d'amarmi
cesserà d'amarti a poco a poco.
Se d'improvviso mi dimentichi, non cercarmi, che gi‡ ti avrò dimenticata.
Se consideri lungo e pazzo il vento di bandiere che passa per la mia vita e
ti decidi a lasciarmi sulla riva del cuore in cui ho le radici, pensa
che in quel giorno, in quell'ora
leverò in alto le braccia e le mie radici usciranno a cercare altra terra.
Ma se ogni giorno, ogni sera senti che a me sei destinata con dolcezza implacabile
se ogni giorno sale alle tue labbra un fiore a cercarmi
ahi, amore mio, ahi mia, in me tutto quel fuoco si ripete,
in me nulla si spegne né dimentica
il mio amore si nutre del tuo amore, amata, e finché tu vivrai star‡
tra le tue braccia senza uscire dalle mie.
-- Pablo Neruda (scheda)
da PensieriParole