giovedì 31 gennaio 2019
mercoledì 30 gennaio 2019
martedì 22 gennaio 2019
domenica 20 gennaio 2019
Le trasformazioni nel modo di ballare il tango
Questo articolo, scritto da Lidia Ferrari, è apparso su "Buenos Aires Tango", anno IV – numero 71 – Buenos Aires, Argentina.
La traduzione è di Giuseppe Blanco.
di Lidia Ferrari
Per chi si avvicina al tango, o come spettatore o per imparare a ballare, è molto difficile avvertire le differenze di stile. I gruppi di tango, il tempo (grande maestro!), l’esperienza, le ore passate a ballare in pista, i differenti luoghi di tango visitati, le persone con le quali si balla e i diversi insegnanti coi quali si apprende a ballare, vanno via via arricchendo la propria conoscenza. Con questa progressiva conoscenza del mondo del tango si affina la capacità di osservare e si comincia ad apprezzare differenze e variazioni che prima non si notavano: gradualmente si comincia a riconoscere una diversità negli stili.
Oggi c’è una grande discussione sugli stili del tango. Il problema delle discussione fanatiche sugli stili di tango sta nel fatto che a volte sono proprio le persone con meno esperienza a prendere partito in maniera superficiale.
La cosa certa è che il tema non è di vitale importanza per chi è appena agli inizi.
Non si deve fare confusione fra gli stili del tango, intesi come quei modi di ballare il tango che si sono man mano stabilizzati, con lo stile personale che ognuno acquisisce nel ballo.
Il proprio stile personale non è influenzato solamente dal maestro con cui si è imparato. I maestri indicano un cammino, ma esistono altre variabili che influenzano il proprio modo di ballare: personalità, abilità, senso musicale, attitudini, caratteristiche fisiche, sensibilità, gusti, affinità, cultura estetica; questi sono gli aspetti che plasmano non solo lo stile di tango che si balla, ma anche il proprio stile come persona.
E’ difficile raggiungere un proprio stile personale senza essere passati attraverso una esperienza ricca di pratica, di apprendimento, e di frequentazione di milonghe. Una cosa è imitare lo stile di un maestro, altra cosa è acquisire un proprio stile personale. Ma lo stile personale si costruisce col tempo e con la esperienza. E’ come la costruzione di una casa: dobbiamo cominciare dalle fondamenta.
Gli abbellimenti, le decorazioni verranno in seguito. Nessuno può collocare i quadri prima di aver costruito le pareti. Per questo sono importanti buone e solide fondamenta.
Dunque, quando si discute di stili o modi codificati di ballare il tango (milonguero, de salon, fantasia, canyengue, etc.) si tende a considerarli come qualcosa di statico, come se da quando si inventò il tango, fossero già stati chiaramente definiti. Così come ogni ballerino costruisce il suo modo di ballare con gli anni, allo stesso modo gli stili che si sono andati codificando non sono stili creati e imbalsamati una volta per sempre. Sono il frutto di laboriose costruzioni di arte popolare collettiva, che si trasformano nel tempo.
In un’epoca in cui prevale il tango da spettacolo, i grandi maestri possono venire da lì. Poi può arrivare il tempo in cui cominciano a fiorire le milonghe e alcuni maestri nascono in questi spazi. A loro volta questi differenti stili si mescolano, si modificano, crescono, si consolidano e allora quello che crediamo essere uno stile autentico dalle origini, in realtà non è che una trasformazione nel tempo e nelle persone, il che non lo fa meno vero.
Sarebbe un bene che le polemiche sugli stili non impoverissero il tango, come accade quando in realtà sono in gioco mercati potenziali o orgogli personali. Sarebbe più proficuo che la discussione sugli stili si sviluppasse per approfondire le conoscenze e per arricchire il tango.
In generale gli stili nascono dalle modificazioni originate dai valori culturali e dalle condizioni sociali degli ambienti dove si balla.
Nella tappa di consolidamento del tango, il modo di ballarlo subisce importanti cambiamenti.
José Gobello cita Viejo Tanguero, cronista del quotidiano "Critica de Buenos Aires" che nel 1913 dice:
"In questo quartiere il tango ha subito grandi innovazioni, modificando non solamente le sue figure ma anche la sua elasticità e sinuosità , che furono la caratteristica interessante delle origini. Interpretato da ragazze per la maggior parte italiane, che non si adattavano al movimento che i creoli autentici imprimevano al ballo, a quel tango fu posto il nome di "tango liso". Il cambiamento nel modo di ballare divenne quasi generale e perse l’aspetto originario. Per questo motivo molti di coloro che ballavano in quel quartiere riempivano le scuole di ballo. Tuttavia famosi ballerini, come "el flaco Saul" si identificavano nei due stili e ballavano con la stessa facilità nell’una o l’altra milonga".
Le polemiche di allora non sono le stesse di oggi. Gli stili permangono e, a volte, si modificano. Per esempio, attualmente, le polemiche sui differenti stili non sono legate a ragioni di moralità o di pregiudizi culturali.
Tuttavia gli stili continuano il loro cammino di trasformazione, così come le polemiche continuano, ma il tango vive.
mercoledì 16 gennaio 2019
Alguien le dice al tango
[...] Despreocupado y zafado
siempre mirabas de frente,
tango que fuiste la dicha
de ser hombre y ser valiente.
Tango que fuiste feliz
como yo tambièn lo he sido,
segùn me cuenta el recuerdo,
el recuerdo o el olvido. [...]
Senza vergogna, spigliato,
guardavi in faccia e fiero,
tango che fosti la gioia
d'essere uomo per davvero.
Tango che fosti felice
come sono stato anch'io
secondo quanto mi narra
il ricordo o l'oblio.
di Jorge Luis Borges
venerdì 4 gennaio 2019
martedì 1 gennaio 2019
Milonguera
Milonguera… trenta giorni di pista… sorrido.
Non sono una ballerina di tango e non so se mai lo diventerò. La consapevolezza che l’universo tanguero più che immenso sia profondo, mi rende assai prudente nelle definizioni.
Quello che però so con certezza è che il codice di comunicazione di questo magico ballo è dentro di me, è scritto sulla mia pelle.
E’ scritto nello scintillio dei miei occhi socchiusi, il trasporto che sento quando mi muovo sulla melodia di un tango.
Anni fa, non molti in verità, avevo tentato di rispondere al richiamo del tango ma non ero pronta. Non riuscivo a dire “sì” alle mie emozioni, al mio corpo, a chi voleva, anche solo per la durata di una tanda, condividere con me spazio e tempo.
Subito mi è stato chiaro che il ballo che tanto mi affascinava era un’espressione dell’anima, non una sequenza di passi.
Il tango non s’insegna.
Questo è quello che penso. Il tango si trasmette, si partecipa, è un continuo incontro di cuori che battono all’unisono. Per ballare il tango bisogna affidarsi uno nelle braccia dell’altra e viceversa…affidarsi all’altro…fidarsi dell’altro.
Avviene una magica alchimia che per pochi minuti fonde i corpi e le anime…. e non si è più soli.
Le note diventano il vestito delle tue emozioni e il cavaliere è il compagno di un pezzetto di vita che si consuma in pochi, intensi minuti.
Vivere con intensità e profondità quel pezzo di vita…è questo che differenzia il ballo di ciascuno.
Dipende dalla sensibilità, dal carattere, da quanto conosciamo noi stessi e da come riusciamo o vogliamo immergerci nella vita degli altri.
Il tango è la metafora di un incontro amoroso, la fisicità delle parole, una poesia recitata col corpo.
Tutto quello che sento è dentro di me da sempre, ma solo ora inizia ad emergere.
Tutto questo lo devo ad incontri che reputo importanti nella mia vita, incontri che hanno eliminato lo “spleen” baudeleriano del mio essere, facendomi scoprire la molteplicità del “sentire”.
Grazie a chi mi sta “trasmettendo” il tango con passione, con serietà, con semplice libertà d’espressione.
Milonguera… solo trenta giorni di pista…
di Rosa GIULIANA
Note di tango
Essere acqua e vento e note di tango
questo vorrei…per entrare ed uscire
dal nocciolo di me stessa
senza far rumore…
Passione e fremito, questo sento
varcando la soglia delle nuvole d’Oriente.
Inciampo tra i miei pensieri e
mi ritrovo in un abbraccio
di anime che si cercano.
In punta di piedi, per non far rumore.
Fluida e leggera, per sentire l’altro.
Mi affido allo sconosciuto abbraccio
frantumo i muretti a secco
mi arrampico a vedere oltre…
Scopro che esiste un faro che pulsa
al ritmo del mio cuore.
Ritmo cadenzato e sicuro.
Mi affido allo sconosciuto abbraccio
Riattacco i pezzi di una vita
note di tango io divento…
Rosa Giuliana
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