lunedì 30 dicembre 2019

LE DONNE SONO SPLENDIDE

LE DONNE SONO SPLENDIDE NEL TANGO...
Tutti i grandi ballerini sostengono che la più grande capacità di un ballerino di Tango Argentino, di un milonguero sia quella di rendere la propria ballerina splendida e, parafrasando Carlos Gavito, di farla sentire una regina. Gavito è proprio il ballerino che ha argomentato maggiormente tutto questo: se si leggono le interviste di Maria Plazaola, che racconta quando prendeva lezioni dal maestro, si legge come lui sapesse eseguire alla perfezione sia i passi dell'uomo che della donna, ma nel momento in cui ballava si adattava e improvvisava sulla base di come la sua compagna eseguiva i propri passi. Come dice Miguel Angel Zotto il Tango Argentino non consiste nel fatto di eseguire tanti passi dove la donna segue solamente le indicazioni dell'uomo, il Tango è come la vita e riguarda ciò che esprime ciascuna persona.
"Il talento più importante che un milonguero deve avere è la capacità di rendere la donna splendida. Non significa eseguire un sacco di passi con la donna che segue solamente. Il Tango è una qualsiasi azione nella vita reale. Il Tango riguarda il carattere di ciascuno di noi." (Miguel A. Zotto)
Il rispetto per la donna di cui ci parla Pablo Veron, che lo stesso Carlos Gavito vedeva come un cardine imprescindibile del Tango Argentino, è un elemento distintivo di questo ballo. Senza questo rispetto non si può parlare certo di Tango.
Durante un Tango la ballerina è l'unica donna per il tanguero, non esistono le persone intorno, esiste solo lei, la musica, la ronda e il ballo.
"Un buon ballerino di Tango è una persona che ha ritmo ed un buon orecchio musicale. Ha anche rispetto per la donna, sa che cosa fare al momento giusto con la compagna giusta. Si adatta alla donna. Le fa sentire che è la migliore ballerina. Balla per lei." (Pablo Veron)
La musica e la propria ballerina. Sentire la musica e ballare su di questa, adattandosi alla propria compagna facendola in questo modo sentire la migliore ballerina. La cultura da cui nasce il Tango Argentino non lo rende solo una forma di corteggiamento, come ballo, ma un modo di pensare, un modo di essere e di vivere.
"Io dico che ogni uomo che balla il tango e non guarda alla donna come una regina, non sarà mai un re. Per me è tutta una questione di rispetto per la donna. " (Carlos Gavito)
(fonte: Tango Pusher)

mercoledì 10 luglio 2019

giovedì 14 marzo 2019

Alejandra Mantinan (dalla rete)


"... El Tango no es un deporte ni un negocio, es ARTE, no es saber el mejor paso ni bailar el estilo de MODA, no es salir primero o ultimo en una COMPETENCIA, no es ser el mas famoso ni el mas desconocido, no es aprender con uno o con mil maestros.
El Tango es algo mas,da algo mas, te convierte en algo mas, porque bailarlo es la posibilidad de ser FELIZ por hacer lo que te gusta cuando lo sientes.
Bailarlo y ser AUTENTICO es cuando no quieres impresionar sino EXPRESAR lo que Sientes ..." 

Alejandra Mantinan


"... il tango non è uno sport né un business, è arte, non è sapere il miglior passo né ballare lo stile di moda, non è uscire prima o ultimo in una competizione, non è essere il più famoso né il più sconosciuto, non è imparare con uno o con mille maestri.

Il Tango è qualcosa di più, dà qualcos'altro, ti rende qualcos'altro, perché danzarlo è la possibilità di essere felici di fare quello che ti piace quando lo senti.
Danzarlo ed essere autentico è quando non vuoi impressionare ma esprimere quello che senti..." 

giovedì 28 febbraio 2019

lunedì 11 febbraio 2019

L'insegnante di tango

Quante cose dovrebbe insegnare l'insegnante di tango. A interpretare la musica. Esprimere le emozioni. Ascoltare il/la partner. Non imitare gli altri ma essere sé stessi. Rispettare la ronda e gli altri ballerini. Gestire il proprio asse. Abbracciare senza paura. Abbracciare davvero. Camminare. Accettare il fatto che non possiamo piacere a tutti. Rispettare chi ha del tango un'idea diversa da noi. Mantenere la struttura del proprio corpo. Capire il ruolo ricchissimo e individuale che la sessualità gioca nel tango (anziché nascondere tutto sotto al tappeto). Cercare la comodità del partner e quella propria. Sapere guidare o seguire le strutture più comuni. Saper improvvisare. Invitare in modo rispettoso. Non avere mai fretta. Non essere presuntuosi. Che il tango è comunicazione. Che il tango è piacere e gioia. Conoscere le diverse culture del tango con le loro proprie ricchezze. Ballare tutto il movimento che sta tra un tempo e l'altro. Ballare con il corpo intero. Mantenere i piedi vivi. Non pesare sul partner ma non essere assenti. Non strattonare mai. Giocare con l'abbraccio. Essere aperti, in tutti i sensi. La connessione come valore fondante del tango. La libertà, come secondo valore, dopo la connessione. La postura. La tecnica. Le diverse dinamiche dei diversi tipi di milonga. La storia del tango. La geografia e la sociologia del tango. Le relazioni del tango con gli altri balli e con la danza. E in fondo sarebbe bello che anche questo gruppo aiutasse chi è nuovo a cogliere qualcosa di tutti questi elementi, in uno spirito di rispetto reciproco e di arricchimento, anche perché penso che siano poche davvero le scuole che hanno il tempo, la capacità, e l'interesse per approfondirli davvero tutti. E sono certo di averne dimenticati molti. (Dalla rete)

domenica 10 febbraio 2019

La pazienza e la tolleranza -Dalai Lama

La pazienza e la tolleranza non vanno considerate un segno di debolezza e di rinuncia, ma anzi, un segno di forza, la forza che proviene dalla saldezza interiore. Reagire a circostanze difficili con pazienza e tolleranza, anziché con rabbia e odio, significa avere un controllo attivo delle cose, che è frutto di una mente forte e autodisciplinata.

(Dalai Lama)

venerdì 8 febbraio 2019

Paco

La vita coi cani

La vita coi cani è strana.
Diventerai, senza nessuno che te lo insegni o ti spieghi come farlo, il capo branco di un cane che sarà pronto a qualunque cosa per te non appena saprà riconoscere il tuo odore e la tua voce.
La vita coi cani è misteriosa.
Sarai spiato da un Grande Fratello peloso che non perderà nessun tuo movimento, specialmente quando capirà dove sono la cucina ed il recipiente dei biscotti.
La vita coi cani è crescere.
Non puoi farci niente, non puoi fermare il tempo perché quel cucciolo che hai tenuto in braccio crescerà troppo velocemente, per diventare il grande amico che ti vorrà accompagnare ovunque andrai.
I cuccioli durano troppo poco.
La vita coi cani è confronto.
Avrai sempre uno sguardo con il quale misurarti, affogherai senza poterti salvare nelle profondità inimmaginabili degli occhi di un cane. Dove la gente crede che non ci sia un'anima.
La vita coi cani è sincera.
Non avrai bisogno di raccontar loro una bugia o delle storie inventate perché tanto, qualunque cosa tu dica loro, i cani la sanno. Sempre.
La vita coi cani è scomoda.
Ti ritroverai una sera d'inverno, con la tramontana che ti graffia il viso ed il gelo che ti arriva alle ossa, a passeggiare da solo con il tuo cane che corre e scodinzola felice, incurante del vento che gli arruffa il pelo e del caldo che avete lasciato in casa.
La vita coi cani è buffa.
Parlerai con un essere che non ti potrà mai rispondere e che però ascolterà ogni tua parola, con così tanta attenzione ed interesse che non ritroverai in nessun altro uomo o donna al mondo.
La vita coi cani è ritorno a casa.
Nessuno come il tuo cane sarà felice di vederti ogni volta che spunterai dalla porta dalla quale ti ha visto andar via; imparerà i tuoi orari, riconoscerà il tuo passo e sarà lì ad aspettarti, anche quando sarà vecchio e stanco, saltando di gioia come se non ti vedesse da un mese.
Anche se sei uscito per comprare il giornale.
La vita coi cani è rinuncia.
Perderai a poco poco quella porzione di divano su cui stavi tanto comodo, dove ti godevi il riposo ed il meritato relax dopo giornate faticose e noiose. E la cosa bella sarà che non ti dispiacerà affatto.
La vita coi cani è comunione.
Dividerai il tuo ultimo boccone con il tuo cane, perché non potrai resistere al suo sguardo implorante che hai incrociato -purtroppo per te- mentre stavi cenando.
La vita coi cani è insegnamento.
Sono loro che ti mostreranno, semplicemente correndo in un prato o sulla riva del mare, la bellezza di una giornata di sole e l'importanza di stupirsi -ogni volta- davanti alle cose semplici.
La vita coi cani è amore.
Quello che proverai ad emulare, che proverai a restituire al tuo cane senza però riuscirci.
Ma cimentarti in questa prova sarà una delle tue imprese più entusiasmanti.
La vita coi cani è un viaggio.
Nessun sentiero di montagna ti sembrerà lo stesso dopo che lo avrai percorso insieme al tuo cane: ricorderai profumi, odori e colori del bosco che prima non avevi sentito o visto; proprio come succederà per il tratto di vita che farete insieme.
La vita coi cani è una parentesi.
Per te è una parte della tua vita, un dolce intervallo fra mille impegni e anni da riempire di cose da fare, un breve cammino insieme ad un cane che tu ben sai, ad un certo punto, si fermerà per lasciarti andare da solo.
Invece per il tuo cane, la tua vita è tutto.
Che vita dura, la vita coi cani...
Fragolina, Dea, Nina....
#Loveforme....love foryou

Paco


Paco


Silvana

Dalla rete

…….
Si parlava di sogni con Isabella, la mia parrucchiera di Rimini (una delle mie fans più fedeli  ). “Mi piacerebbe imparare a ballare il tango argentino” dicevo mentre la maschera ammorbidiva i capelli arsi dal sole. “Impara allora. La mia amica va da un bravo insegnante. Si chiama Alex. Ti faccio dare il numero. Prova!” Sembrava la cosa più facile del mondo! “Pronto Alex? Ho un sogno ma non so ballare e non ho un partner. Cosa devo fare?” “Ciao, nessun problema. Ti aspetto giovedì a Riccione. Provi e poi decidi”. Tutto qui? Ho aspettato così tanto tempo e bastava andare a farmi una piega per realizzare un sogno? Perché ora? “Tutto accade quando deve accadere” e ancora non potevo sapere cosa mi aspettava dietro la porta di quella sala da ballo.
Se non hai un partner fisso, devi prima di tutto accettare che stai abbracciando uno sconosciuto e in quell’abbraccio, per chi sa leggere, tu diventi un libro aperto. “Sei una donna che vuole avere tutto sotto controllo, pianifichi, studi chi ti sta di fronte e anticipi gli eventi. Pensi sempre e difficilmente ti rilassi. In più non ti fidi. Soprattutto degli uomini.” Dopo 10 secondi di abbraccio una sintesi da seduta psicoanalitica pluriennale. E ancora “Tu pensi troppo e non ascolti. Qui non devi pensare ma solo ascoltare. Io ti parlo con il corpo, comunico con te e tu devi solo imparare ad ascoltare. Se ascolti puoi ballare senza conoscere il passo. Non anticipare o cercare di capire prima. Ascolta! Sono io che scelgo cosa fare e te lo propongo. Tu esegui con la grazia, l’eleganza e la bellezza che la donna sapiente del tango aggiunge in ogni suo gesto”. Le mie certezze sgretolate… non mi sentivo per niente sapiente… E infine “In una milonga l’uomo invita la donna dopo che ha capito, con la mirada, che lei è d’accordo…vai col cabeceo. Può succedere che in tutta la serata nessuno ti inviti e tu rimarrai seduta a guardare quanto hai ancora da imparare….” La mia autostima a pezzi…. Impietosamente : “Rimani sul tuo asse su una gamba e libera l’altra. La gamba libera è mia e io la mando dove voglio” Espropriata di una parte del mio corpo…. “Per ballare devi cercare la connessione….” Ma io voglio un uomo non un wifi!!!! Cosa ci faccio qui? Potrei cortesemente cambiare sogno e scordarmi il tango argentino? Come fa un ingegnere qualsiasi a non pensare, a non anticipare e a rilassarsi? Come fa un ingegnere bionda a rischiare di essere ignorata tutta la sera da uomini che, salvo rare eccezioni, sono molto lontani da quell’Antonio Banderas in “Ti va di ballare?” o da Richard Gere in “Shall we dance?” Perché devi fare quello che vuoi con la MIA gamba? Un’altra sfida, l’ennesima…. Un confronto con la mia fragilità che è anche la mia forza, una lotta tra il controllo e la fiducia, tra le certezze granitiche di un ingegnere con il suo metodo e l’inspiegabile complicità di due sconosciuti che in un abbraccio si parlano, si ascoltano e miracolosamente si capiscono. Vivi per quel miracolo, studi per quel miracolo… e poi una sera qualunque ti ritrovi in una Piazza Duomo gremita di gente a ballare con Roberto Herrera…. Chiudi gli occhi e vorresti fermare il tempo… ritrovi il senso della Vita che cercavi in quell’abbraccio…. “Maestro le gambe tremano un po’” “Non preoccuparti…seguimi…” L’emozione non ha voce ma è nelle note di quell’attimo fatato… Grazie Alex!
Il miracolo del tango inizia e finisce qui. Un abbraccio, un’intesa di pochi minuti, una tanda. In mezzo, un mondo di emozioni, di stili, di codici silenziosi, di ruoli definiti e finalmente chiari. Tu, uomo, proponi e guidi. Ascolti per capire se hai comunicato correttamente. Io, donna, ascolto, eseguo ed abbellisco. Se sbaglio è colpa tua che non hai “marcato” correttamente. Siiiiii!
A parte il problema che ci sono pochi uomini (ma dove diavolo siete tutti? Possibile che vi trovo solo nei Consigli di Amministrazione o dalla mia estetista?) e ti ritrovi a sperare che a quella dall’ocho perfetto che non si siede mai vengano i crampi, la milonga è una vera palestra di Vita. Il Tango è un sogno ed è vietato calpestare i sogni. Il Tango è Vita e nella nostra Vita pretendiamo il meglio! Ci siamo vestite, profumate, ci sentiamo belle e desiderabili… e allora impariamo anche a dire un semplice, dirompente, liberatorio, autorevole, orgoglioso, deciso e indiscutibilmente chiaro “NO” a chi non vogliamo che diventi parte del NOSTRO sogno.

Rispetto per la donna, galanteria, complicità, attenzione ai dettagli, concentrazione, fiducia, ascolto, comunicazione, sincronia, eleganza, bellezza… grande autostima, guardarsi dentro e diventare migliori… un momento d’emozione da rendere perfetto…come la Vita… la Vita e(‘) un Tango….olé….(Dalla rete)

giovedì 7 febbraio 2019

La magia di un abbraccio di Pablo Neruda

Quanti significati sono celati dietro un abbraccio?
Che cos’è un abbraccio se non comunicare,
condividere e infondere qualcosa di sé ad un’altra persona?
Un abbraccio è esprimere la propria esistenza
a chi ci sta accanto, qualsiasi cosa accada,
nella gioia e nel dolore.
Esistono molti tipi di abbracci,
ma i più veri ed i più profondi
sono quelli che trasmettono i nostri sentimenti.
A volte un abbraccio,
quando il respiro e il battito del cuore diventano tutt’uno,
fissa quell’istante magico nell’eterno.
Altre volte ancora un abbraccio, se silenzioso,
fa vibrare l’anima e rivela ciò che ancora non si sa
o si ha paura di sapere.
Ma il più delle volte un abbraccio
è staccare un pezzettino di sé
per donarlo all’altro
affinché possa continuare il proprio cammino meno solo.


Pablo Neruda

da: “Poesie D’Amore E Di Vita”

giovedì 31 gennaio 2019

Legame fisico e spirituale

di Sergio “Cachafaz”, traduzione P.Muller
Le persone ballano per varie ragioni; alcuni lo fanno per celebrare eventi particolari, religiosi e non; altri lo fanno per professione, ed altri ancora per puro divertimento.
Il Tango potrebbe essere ballato per tutte le ragioni sopra elencate, ma viene danzato anche per sentire e concentrarsi sulla musica come sul rapporto col partner.
È un legame fisico che può essere imparato più o meno velocemente.
Questo legame richiede una struttura solida come l’abbraccio aperto o avvicinato; eseguito con le braccia, le mani e il petto che divengono importanti elementi per questo contatto o legame tra i due corpi.

C’è una consapevolezza di uno nell’altro e dell’ equilibrio del peso corporeo; questi elementi sono basilari, ed è difficile ballare finché essi non sono perfettamente compresi.
L’altro aspetto è il legame spirituale ed è qui che troviamo la gran parte del piacere che suscita questa danza
Il legame comincia fissandosi ed accettando l’invito al ballo con un cenno di testa, continua durante la camminata per avvicinarsi sufficientemente per poter stabilire un contatto fisico. Si attende qualche attimo ascoltando la musica e si cerca un’intesa per muoversi fra le altre coppie. L’uomo offre la sua mano sinistra in modo che lei possa appoggiarvi la sua e l’abbraccio viene proposto ed accettato; quindi la concentrazione di uno sull’altro viene trasmesso attraverso i loro corpi.
Lui sente la musica e propone qualche passo, lei è attenta per seguirlo. I corpi e le anime stanno comunicando, non esiste nessun’altra preoccupazione o pensiero: loro, la musica e la danza. Esiste una consapevolezza del battito del cuore, della respirazione, del piacere, del rilassamento o della tensione.
La musica ha il suo inizio, la sua parte intermedia, i suoi “adagios” (movimenti lenti), le sue accelerazioni, poi la preparazione alla fine e poi la conclusione. Tutte e due i ballerini girano sul pavimento al unisono, e sono in contatto con tutti gli altri ballerini. La musica si ferma, loro mantengono per pochi istanti l’abbraccio e poi si separano.
Alcune persone imparano a ballare, ma non sviluppano mai un legame spirituale né con la musica né con i loro partners; acquistano una grande tecnica, guidano e seguono passi e figure complessi, ma la loro danza non ha né sentimento né anima, ballano il Tango nella stessa maniera come ballano ogni altra danza, non hanno mai imparato la differenza. (….) Seguono ogni mossa con facilità e precisione, la tecnica del tango non ha nessun segreto per loro… ma sono spiritualmente assenti. (…)
Io penso che un legame spirituale e la musicalità sono connessi, cerchiamo di sviluppare tutte e due nello stesso tempo durante il processo dell’insegnare ed imparare, ci cui spesso uno è la conseguenza dell’altro.

mercoledì 30 gennaio 2019

domenica 20 gennaio 2019

Le trasformazioni nel modo di ballare il tango

Questo articolo, scritto da Lidia Ferrari, è apparso su "Buenos Aires Tango", anno IV – numero 71 – Buenos Aires, Argentina.
La traduzione è di Giuseppe Blanco.

di  Lidia Ferrari


Per chi si avvicina al tango, o come spettatore o per imparare a ballare, è molto difficile avvertire le differenze di stile. I gruppi di tango, il tempo (grande maestro!), l’esperienza, le ore passate a ballare in pista, i differenti luoghi di tango visitati, le persone con le quali si balla e i diversi insegnanti coi quali si apprende a ballare, vanno via via arricchendo la propria conoscenza. Con questa progressiva conoscenza del mondo del tango si affina la capacità di osservare e si comincia ad apprezzare differenze e variazioni che prima non si notavano: gradualmente si comincia a riconoscere una diversità negli stili.
Oggi c’è una grande discussione sugli stili del tango. Il problema delle discussione fanatiche sugli stili di tango sta nel fatto che a volte sono proprio le persone con meno esperienza a prendere partito in maniera superficiale.
 La cosa certa è che il tema non è di vitale importanza per chi è appena agli inizi.
Non si deve fare confusione fra gli stili del tango, intesi come quei modi di ballare il tango che si sono man mano stabilizzati, con lo stile personale che ognuno acquisisce nel ballo.
Il proprio stile personale non è influenzato solamente dal maestro con cui si è imparato. I maestri indicano un cammino, ma esistono altre variabili che influenzano il proprio modo di ballare: personalità, abilità, senso musicale, attitudini, caratteristiche fisiche, sensibilità, gusti, affinità, cultura estetica; questi sono gli aspetti che plasmano non solo lo stile di tango che si balla, ma anche il proprio stile come persona.
E’ difficile raggiungere un proprio stile personale senza essere passati attraverso una esperienza ricca di pratica, di apprendimento, e di frequentazione di milonghe. Una cosa è imitare lo stile di un maestro, altra cosa è acquisire un proprio stile personale. Ma lo stile personale si costruisce col tempo e con la esperienza. E’ come la costruzione di una casa: dobbiamo cominciare dalle fondamenta.
Gli abbellimenti, le decorazioni verranno in seguito. Nessuno può collocare i quadri prima di aver costruito le pareti. Per questo sono importanti buone e solide fondamenta.
 Dunque, quando si discute di stili o modi codificati di ballare il tango (milonguero, de salon, fantasia, canyengue, etc.) si tende a considerarli come qualcosa di statico, come se da quando si inventò il tango, fossero già stati chiaramente definiti. Così come ogni ballerino costruisce il suo modo di ballare con gli anni, allo stesso modo gli stili che si sono andati codificando non sono stili creati e imbalsamati una volta per sempre. Sono il frutto di laboriose costruzioni di arte popolare collettiva, che si trasformano nel tempo.
In un’epoca in cui prevale il tango da spettacolo, i grandi maestri possono venire da lì. Poi può arrivare il tempo in cui cominciano a fiorire le milonghe e alcuni maestri nascono in questi spazi. A loro volta questi differenti stili si mescolano, si modificano, crescono, si consolidano e allora quello che crediamo essere uno stile autentico dalle origini, in realtà non è che una trasformazione nel tempo e nelle persone, il che non lo fa meno vero.
Sarebbe un bene che le polemiche sugli stili non impoverissero il tango, come accade quando in realtà sono in gioco mercati potenziali o orgogli personali. Sarebbe più proficuo che la discussione sugli stili si sviluppasse per approfondire le conoscenze e per arricchire il tango.
 In generale gli stili nascono dalle modificazioni originate dai valori culturali e dalle condizioni sociali degli ambienti dove si balla.
Nella tappa di consolidamento del tango, il modo di ballarlo subisce importanti cambiamenti.
José Gobello cita Viejo Tanguero, cronista del quotidiano "Critica de Buenos Aires" che nel 1913 dice:

"In questo quartiere il tango ha subito grandi innovazioni, modificando non solamente le sue figure ma anche la sua elasticità e sinuosità , che furono la caratteristica interessante delle origini. Interpretato da ragazze per la maggior parte italiane, che non si adattavano al movimento che i creoli autentici imprimevano al ballo, a quel tango fu posto il nome di "tango liso". Il cambiamento nel modo di ballare divenne quasi generale e perse l’aspetto originario. Per questo motivo molti di coloro che ballavano in quel quartiere riempivano le scuole di ballo. Tuttavia famosi ballerini, come "el flaco Saul" si identificavano nei due stili e ballavano con la stessa facilità nell’una o l’altra milonga".

 Le polemiche di allora non sono le stesse di oggi. Gli stili permangono e, a volte, si modificano. Per esempio, attualmente, le polemiche sui differenti stili non sono legate a ragioni di moralità o di pregiudizi culturali.

Tuttavia gli stili continuano il loro cammino di trasformazione, così come le polemiche continuano, ma il tango vive.

mercoledì 16 gennaio 2019

Alguien le dice al tango


[...] Despreocupado y zafado
siempre mirabas de frente,
tango que fuiste la dicha
de ser hombre y ser  valiente.
Tango que fuiste feliz
como yo tambièn lo he sido,
segùn me cuenta el recuerdo,

el recuerdo o el olvido. [...]


Senza vergogna, spigliato,
guardavi in faccia e fiero,
tango che fosti la gioia
d'essere uomo per davvero.
Tango che fosti felice
come sono stato anch'io
secondo quanto mi narra
il ricordo o l'oblio.

                        di Jorge Luis Borges

venerdì 4 gennaio 2019

martedì 1 gennaio 2019

Milonguera


Riprendo  e pubblico questo pensiero scritto qualche anno fa da  una mia cara  amica, Rosa Giuliana, che  saluto caramente da questo blog.


Milonguera… trenta giorni di pista… sorrido.
Non sono una ballerina di tango e non so se mai lo diventerò. La consapevolezza che l’universo tanguero più che immenso  sia profondo, mi rende assai prudente nelle definizioni.
Quello che però so con certezza è che il codice di comunicazione di questo magico ballo è dentro di me, è scritto sulla mia pelle.
E’ scritto nello scintillio dei miei occhi socchiusi, il trasporto che sento quando mi muovo sulla melodia di un tango.
Anni fa, non molti in verità, avevo tentato di rispondere al richiamo del tango ma non ero pronta. Non riuscivo a dire “sì” alle mie emozioni, al mio corpo, a chi voleva, anche solo per la durata di una tanda, condividere con me spazio e tempo.
Subito mi è stato chiaro che il ballo che tanto mi affascinava era un’espressione dell’anima, non una sequenza di passi.
Il tango non s’insegna.
Questo è quello che penso. Il tango si trasmette, si partecipa, è un continuo incontro di cuori che battono all’unisono. Per ballare il tango bisogna affidarsi uno nelle braccia dell’altra e viceversa…affidarsi all’altro…fidarsi dell’altro.
Avviene una magica alchimia che per pochi minuti fonde i corpi e le anime…. e non si è più soli.
Le note diventano il vestito delle tue emozioni e il cavaliere è il compagno di un pezzetto di vita che si consuma in pochi, intensi minuti.
Vivere con intensità e profondità quel pezzo di vita…è questo che differenzia il ballo di ciascuno.
Dipende dalla sensibilità, dal carattere, da quanto conosciamo noi stessi e da come riusciamo o vogliamo immergerci nella vita degli altri.
Il tango è la metafora di un incontro amoroso, la fisicità delle parole, una poesia recitata col corpo.
Tutto quello che sento è dentro di me da sempre, ma solo ora inizia ad emergere.
Tutto questo lo devo ad incontri che reputo importanti nella mia vita, incontri che hanno eliminato lo “spleen” baudeleriano del mio essere, facendomi scoprire la molteplicità del “sentire”.
Grazie a chi mi sta “trasmettendo” il tango con passione, con serietà, con semplice libertà d’espressione.

Milonguera… solo trenta giorni di pista…


di Rosa GIULIANA

Note di tango

Essere acqua e vento e note di tango
questo vorrei…per entrare ed uscire
dal nocciolo di me stessa
senza far rumore…

Passione e fremito, questo sento
varcando la soglia delle nuvole d’Oriente.
Inciampo tra i miei pensieri e
mi ritrovo in un abbraccio
di anime che si cercano.

In punta di piedi, per non far rumore.
Fluida e leggera, per sentire l’altro.
Mi affido allo sconosciuto abbraccio
frantumo i muretti a secco
mi arrampico a vedere oltre…

Scopro che esiste un faro che pulsa
al ritmo del mio cuore.
 Ritmo cadenzato e sicuro.
Mi affido allo sconosciuto abbraccio
Riattacco i pezzi di una vita
note di tango io divento…

Rosa Giuliana

Rosa Giuliana